Il metodo Feuerstein può essere descritto come un metodo per il potenziamento cognitivo, ovvero delle capacità mentali, fondato sul principio che
"l'intelligenza non è un fattore predeterminato e stabile ma passibile di evoluzione".
Il Prof. Reuven Feuerstein è celebre per la sua frase
"smettiamo di misurare ciò che non è misurabile, potenziamo ciò che è potenziabile"
ed esplicita le condizioni che permettono il potenziamento di tali capacità; fornire un ambiente modificante in cui operare, delineare un approccio educativo e predisporre esercitazioni pratiche con l'obiettivo di superare eventuali carenze cognitive agendo contemporaneamente sulla sfera affettivo-emozionale.
Il mondo di oggi è molto diverso da quello di venti anni fa; lo sviluppo tecnologico, le informazioni a disposizione di tutti, ovunque, con un semplice touch. Riuscite a ricordare il tempo prima di Wikipedia? Facebook? Twitter? Sono nate anche delle professioni che prima non esistevano; consulente educativo, gestore sociale dei media, sviluppatore di applicazioni...
Mentre il mondo cambia deve necessariamente cambiare il nostro modo di imparare e di pensare!
Con le informazioni così facilmente accessibili e facilmente disponibili, il contenuto è diventato meno importante del processo. Il metodo Feuerstein è l'unico metodo educativo che insegna il processo; il processo del pensiero e il processo di apprendimento delle competenze, in modo organizzato, strutturato. Ecco allora che il metodo Feuerstein diventa una vera filosofia di vita, uno stimolo ad operare e ad agire seguendo criteri di attualità, praticità, dinamismo ed ottimismo.
Ogni individuo è modificabile sul piano cognitivo proprio perché l’organismo è un sistema aperto, caratterizzato da grande plasticità.
Plasticità cerebrale
è un concetto fondamentale della neurobiologia moderna, fondato sul fatto che le connessioni del sistema nervoso possono essere modificate dall'esperienza, sia in termini funzionali (variazione delle quantità di neurotrasmettitore rilasciato), sia in termini strutturali (espansione o retroazione delle connessioni). Il nostro cervello è continuamente soggetto al flusso della stimolazione ambientale, che influisce sulle nostre capacità di percepire gli stimoli, compiere movimenti, pensare, apprendere, ricordare e pianificare strategie comportamentali. E grazie alla plasticità cerebrale è possibile produrre cambiamenti di tipo strutturale, indipendentemente dall’età, dal genere di problematica, dalle limitazioni esogene ed endogene che caratterizzano la persona. Ciò porta a ricercare
strumenti e metodi per produrre la modificabilità anche dove inizialmente non sembra possibile.
Ciò non significa esporre la persona agli stimoli per ottenere modificazioni strutturali; significa piuttosto interporre attivamente con
intenzionalità e reciprocità
un essere umano tra gli stimoli e la persona stessa assumendo il ruolo di mediatore.
Nessuno senza qualcuno può diventare un uomo!
L’intelligenza è qualcosa che si insegna. Lo si fa guidando la persona ad osservare ed a porsi domande, stimolandolo a confrontare oggetti ed eventi, a cercare collegamenti tra fatti in apparenza non correlati tra loro; inducendolo ad utilizzare un vocabolario corretto ed appropriato; incoraggiandolo ad astrarre dalla situazione vissuta al momento per immaginare fatti futuri o passati, certi o solo possibili, reali o fantastici. Lo si fa insegnando al bambino ad
aver fiducia in se stesso
a valutare in maniera obiettiva i propri successi, a far tesoro degli errori per imparare da essi, a rendersi conto che la collaborazione porta un arricchimento reciproco, che la condivisione aiuta a superare le difficoltà. Lo si fa attraverso la predisposizione di un ambiente attivo modificante e attraverso un rapporto di mediazione.